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IL MEGLIO PER OGGI
I principi che abbiamo elencato sono la guida verso un progresso.
Alcolisti Anonimi, pag. 59
Come uno scultore per raggiungere gli effetti voluti nel creare un’opera d’arte usa diversi strumenti, così in A.A. per ottenere risultati nella vita utilizziamo i Dodici Passi. Non mi lascio sopraffare dai problemi della vita e dalla quantità di lavoro ancora da fare: mi faccio invece confortare dalla consapevolezza che la mia vita è ora nelle mani del mio Potere Superiore, un artista ineguagliabile che modella ogni parte della mia esistenza in un’opera d’arte unica. Se continuo a lavorare sul Programma posso essere soddisfatto, sapendo che “tutto ciò che Dio ci chiede è di fare del nostro meglio, solo per oggi”.
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IL CUORE DELLA VERA SOBRIETÀ
Crediamo che nessuno dovrebbe avere difficoltà con gli aspetti spirituali del nostro Programma. Buona volontà, onestà e apertura mentale, sono gli elementi essenziali del recupero. Ma questi sono indispensabili.
Alcolisti Anonimi, pag. 392
Sono abbastanza onesto da accettarmi così come sono e lasciare che sia questo il “me stesso” che lascio vedere agli altri? Ho la buona volontà di non fermarmi di fronte a nulla e di fare qualunque cosa sia necessaria per rimanere sobrio? Ho l’apertura mentale di sentire quello che devo, di pensare quello che devo e di provare quello che devo? Se la risposta a queste domande è “Sì”, allora ne so abbastanza sulla spiritualità del Programma per rimanere sobrio. Continuando a lavorare sui Dodici Passi avanzo verso il cuore della vera sobrietà: la serenità con me stesso, con gli altri e con Dio, come io posso concepirlo
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ESPERIENZA: LA MIGLIOR MAESTRA
Perché manchiamo ancora d’esperienza e poiché e solo da poco tempo che abbiamo iniziato
un contatto consapevole con Dio, sarà poco probabile che saremo ispirati tutte le volte.Alcolisti Anonimi, pag. 86
C’è chi afferma che la miglior maestra è l’esperienza, ma io sono convinto che sia anche
l’unica. Sono riuscito a imparare che Dio mi ama solo dopo aver sperimentatoche dipendo
da questo amore. All’inizio non potevo essere sicuro del senso che Lui voleva dare alla
mia vita, ma adesso capisco che se ho abbastanza ardire da chiedere la Sua guida, allora
devo agire come se fosse Lui a provvedere a tutto. Chiedo spesso a Dio di aiutarmi a
ricordare che lui ha in serbo una strada per me. -
UNA FEDE NATURALE
…in ogni uomo, donna e bambino è profondamente radicata l’idea di Dio. Forse le disgrazie,
l’adorazione di altri oggetti, le ricchezze riusciranno ad offuscarla, ma in una forma o in
un’altra, essa è là. Infatti, la fede in un Potere più grande di noi stessi e le manifestazioni
straordinarie della Sua presenza in mezzo agli uomini sono dei fatti vecchi quanto l’uomo stesso.Alcolisti Anonimi, pag. 54
Ho visto le opere del Dio invisibile nelle stanze di A.A. I miracoli del recupero sono evidenti
dappertutto. Ora credo che Dio si trovi in queste stanze e nel mio cuore. Oggi la fede, per me
che ero agnostico, è tanto naturale quanto lo è respirare, mangiare e dormire, I Dodici Passi mi
hanno aiutato a cambiare la mia vita in molti modi, ma nessuno di essi è più efficace
dell’acquisizione di un Potere Superiore. -
UNA NUOVA DIREZIONE
Tutte le risorse umane che avevamo, controllate dalla nostra buona volontà, non sono bastate;
hanno ceduto miseramente. … Ogni giorno è un giorno in cui dobbiamo tentare di fare la volontà
di Dio, in tutte le nostre azioni.Alcolisti Anonimi, pag. 44,84
Sento parlare degli alcolisti come di gente dalla “volontà debole”, ma io sono una delle persone con
la volontà più forte sulla faccia della terra! Ora però so che la mia incredibile forza di volontà non
è sufficiente a salvarmi la vita. Il mio non è tanto un problema di “debolezza”, quanto di “direzione”.
Quando accetto i miei reali limiti senza sminuirmi ingiustamente, e mi affido alla guida di Dio, in me i
peggiori difetti diventano i più grandi pregi. Se guidata nella direzione giusta, la mia forza di volontà,
mi fa andare avanti a lavorare fino a quando le promesse del Programma non diventeranno realtà quotidiana. -
INDIVIDUARE LA PAURA…
E’ stata la paura originata dall’egocentrismo ciò che più di tutto ha generato
i nostri difetti…Alcolisti Anonimi, pag. 108
Quando mi sento a disagio, irritato o depresso, cerco quale sia la mia paura. Questo “filo temibile
e diabolico” è alla radice dei mio malessere: la paura di fallire, dell’opinione altrui, di essere
danneggiato e molte altre ancora. Ho trovato un Potere Superiore che non vuole che io viva nella paura e,
da questo, l’esperienza di A.A. nella mia vita è libertà e gioia. Non voglio più vivere con la massa dei
difetti di carattere che caratterizzavano la mia vita quando ancora bevevo. Il Settimo Passo è il veicolo
per riuscire a liberarmi da questi difetti. Prego di ottenere l’aiuto necessario ad individuare la paura
che e alla base di ogni difetto, e poi chiedo a Dio di farmela sparire. Per me questo metodo funziona in
modo infallibile ed è uno dei più grandi miracoli della mia vita in Alcolisti Anonimi. -
… E LIBERARSENE
…fondamentalmente la paura di perdere qualcosa che già possedevamo o di non farcela a
ottenere qualcosa che pretendevamo. Basando la nostra vita su delle esigenze insoddisfatte
eravamo in uno stato di continuo turbamento e frustrazione. Quindi non avremmo raggiunto alcuna
pace a meno che non fossimo riusciti a trovare un modo per limitare queste pretese. La differenza
tra una pretesa e una semplice richiesta e chiara a chiunque.Alcolisti Anonimi, pag. 112
Per me la pace è possibile solo quando mi libero dalle mie aspettative. Quando rimango intrappolato
dai pensieri di ciò che vorrei e di ciò che mi spetterebbe, sono in uno stato di paura o di ansiosa
anticipazione e ciò non mi porta alla sobrietà emotiva. Devo arrendermi – sempre di più – all’evidenza
della mia dipendenza da Dio, perché allora trovo pace, gratitudine e sicurezza spirituale. -
UNA LIBERTÀ SEMPRE PIÙ GRANDE
Nel Settimo Passo operiamo quel cambiamento nel nostro atteggiamento che ci
permette, con l’umiltà come guida, di uscire da noi stessi per andare verso
gli altri e verso Dio.Alcolisti Anonimi, pag. 108
Quando ho finalmente chiesto a Dio di rimuovere ciò che mi separava da Lui e dalla luce
dello Spirito, ho intrapreso un viaggio più splendido di quanto non avessi mai immaginato.
Ho sperimentato la libertà da tutte quelle caratteristiche che mi facevano richiudere in me
stesso. Grazie a questo Passo quello dell’umiltà, mi sento pulito. Sono particolarmente
consapevole della sua importanza, perché ora riesco a essere utile a Dio e ai miei amici.
So che Lui mi ha concesso la forza di eseguire la Sua volontà e mi ha preparato per chiunque
e ogni cosa trovi oggi sulla mia strada. Sono davvero nelle Sue mani e sono grato per la
gioia di poter essere utile per oggi. -
SONO UNO STRUMENTO
Quello dell’umiltà è un argomento difficile. L’umiltà non consiste nel considerarmi peggiore
di quanto dovrei, ma è piuttosto riconoscere che faccio bene alcune cose, e anche accettare
con garbo un complimento. Dio può fare per me solo quello che può fare tramite me. L’umiltà
è il risultato del sapere che è Dio che agisce, non io. Alla luce di questa consapevolezza,
come posso provare orgoglio per i risultati che ottengo? Sono solo uno strumento, e ogni
opera che sembro fare io è in realtà fatta da Dio per mio tramite. Ogni giorno chiedo a Dio,
di eliminare le miei difetti, in modo da potermi dedicare più liberamente al mio impegno di
“amore e servizio” in A.A.. -
VERSO LA PACE E LA SERENITÀ
Quando abbiamo dato un onesto sguardo ad alcuni di questi difetti, li abbiamo discussi
con un’altra persona e abbiamo acquisito la volontà di eliminarli, la nostra idea di umiltà
comincia ad assumere un significato più ampio.Alcolisti Anonimi, pag. 105
Quando insorgono situazioni che distruggono la mia serenità, spesso la sofferenza mi spinge
a chiedere lumi a Dio per capire che parte ho nella faccenda. Ammettendo la mia impotenza,
prego umilmente che mi venga concessa accettazione. Cerco di capire come i miei difetti di
carattere abbiano contribuito alla situazione. Potevo essere più paziente? Sono stato in-
tollerante? Ho insistito per fare a modo mio? Ero impaurito? Una volta scoperto dove ho
sbagliato, la smetto di riporre fiducia in me stesso e chiedo umilmente a Dio di eliminare
i miei difetti. La situazione potrà anche rimanere immutata ma, se mi esercito nel mettere
in pratica l’umiltà, godo di quella pace e la serenità che sono i benefici naturali derivanti
dal riporre la mia fiducia in un Potere più grande di me. -
UNA SVOLTA
Siamo arrivati a una svolta davvero decisiva delle nostre vite quando abbiamo cercato
l’umiltà come qualcosa che desideravamo veramente, piuttosto che come qualcosa che dovevamo
avere.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 107
O lo stile di vita A.A. diventa pieno di gioia oppure tornerò nelle tenebre e nella dispe-
razione dell’alcolismo. Provo gioia quando il mio atteggiamento nei confronti di Dio e
dell’umiltà diventa un desiderio piuttosto che un peso. Il buio della mia vita diventa luce
radiosa quando arrivo a comprendere che l’essere fiducioso e onesto nel fare il mio inventa-
rio porta la mia vita ad essere piena di serenità, libertà e gioia. La fiducia nel mio Potere
Superiore diventa più profonda e un flusso di gratitudine pervade tutto il mio essere. Sono
convinto che essere umile significa essere sincero e onesto con me stesso e con Dio. È allora
che l’umiltà diventa qualcosa che “desidero veramente” e non invece “qualcosa che devo avere”. -
ABBANDONARE IL CENTRO DELLA SCENA
…perché senza un qualche grado di umiltà nessun alcolista potrà mai rimanere
sobrio… Senza umiltà non riescono a vivere per uno scopo veramente utile o, nelle
avversità, a poter contare su una fede che riesca a far fronte a qualunque situazione
critica.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 99
Perché recalcitro nel sentire la parola umiltà? Non mi sto umiliando di fronte ad altre
persone, ma di fronte a Dio, come io posso concepirlo. Umiltà significa mostrare un
sottomesso rispetto, e con l’essere umile mi rendo conto di non essere il centro
dell’universo. Ai tempi in cui bevevo, ero roso dall’orgoglio e dall’egocentrismo.
Sentivo che il mondo intero girava intorno a me, che ero padrone del mio destino.
L’umiltà mi permette di dipendere dall’aiuto di Dio per superare le avversità e correggere
i miei difetti, in modo da poter crescere spiritualmente. Devo risolvere i problemi più
difficili per migliorare le mie capacità e, quando imbatto negli ostacoli della vita, devo
imparare a superarli con l’aiuto di Dio. La quotidiana comunione con Lui dimostra la mia
umiltà e mi consente di capire che un’Entità più grande di me è disposta ad aiutarmi, se
la smetto di provare a interpretare io il ruolo di Dio. -
L’UMILTÀ È UN DONO
Finché abbiamo messo la fiducia in noi stessi al primo posto, un’autentica fiducia
in un Potere Superiore era del tutto impensabile. Mancava l’ingrediente fondamentale di
ogni forma di umiltà, il desiderio di conoscere e di fare la volontà di Dio.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 102
Quando giunsi la prima volta in A.A., desideravo trovare un po’ di quella sfuggente virtù
chiamata umiltà. Non capivo che stavo ricercando l’umiltà perché pensavo mi potesse aiutare
a ottenere quello che volevo, e che avrei fatto qualsiasi cosa per gli altri solo se avessi
avuto la certezza che Dio mi avrebbe ricompensato in qualche modo. Ora cerco di ricordare che
la gente che incontro nel corso della giornata è vicina a Dio tanto quanto cercherò sempre di
esserlo io finché sarò al mondo. Oggi ho bisogno di pregare per conoscere la volontà di Dio,
e per capire come la mia esperienza di speranza e di dolore possa aiutare altre persone; se
lo faccio non ho bisogno di cercare l’umiltà, perché è stata lei ad avermi trovato. -
UN NUTRIENTE ALIMENTO
Mentre prima l’umiltà era il misero cibo frutto di un’umiliazione forzata, ora
comincia ad assumere il significato del nutriente alimento che può darci la serenità.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 105
Quanto spesso mi concentro sui miei problemi e frustrazioni? Quando io sto vivendo una
“buona giornata”, i problemi stessi perdono d’importanza e la mio occuparmi di loro
diminuisce in proporzione. Non sarebbe meglio se potessi trovare la chiave per liberare
la “magia” delle mie “buone giornate” al fine di poterla usare contro i guai delle mie
“cattive giornate”? Ho già la soluzione! Invece di cercare di fuggire dal dolore e desi-
derare che i problemi non ci siamo, posso pregare per avere umiltà! L’umiltà mi guarirà
dal dolore. L’umiltà mi farà uscire da me stesso. L’umiltà, quella forza che mi è concessa
da quel “potere più grande di me stesso”, è mia solo per il fatto di averla chiesta.
L’umiltà riporterà l’equilibrio nella mia vita. L’umiltà mi permetterà di accettare con gioia la mia umanità . -
SUPERBIA
Per migliaia di anni non abbiamo fatto che pretendere di più di quel che ci spettasse
quanto a sicurezza, prestigio e vita sentimentale. Quando ci sembrava di aver successo,
bevevamo per sognare sogni ancor più grandiosi. Quando ci sentivamo frustrati, anche solo
in parte, bevevamo per dimenticare. Non ne avevamo mai abbastanza di quello che credevamo
di desiderare. In tutti questi sforzi, molti dei quali animati da buone intenzioni, l’ostacolo paralizzante era stata la nostra mancanza di umiltà. Ci mancava la prospettiva
adatta a vedere che la formazione del carattere e i valori spirituali dovevano venire al
primo posto, e che le soddisfazioni materiali non erano lo scopo della vita.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pagg. 100, 101
Più e più volte mi sono accostato al Settimo Passo, solo per poi tornare indietro e
riordinare le idee. Mancava qualcosa e il contatto con il Passo mi sfuggiva. Cosa avevo
trascurato? Una singola parola, spesso letta ma ignorata, fondamento di tutti i Passi,
addirittura dell’intero Programma di Alcolisti Anonimi: quella parola è “umiltà”.
Ho compreso quali erano i miei difetti: rimandavo costantemente i miei impegni, mi arrabbiavo con facilità, mi autocommiseravo troppo e pensavo: “Perché proprio me?” Poi ho
ricordato che la superbia precede la rovina e ho eliminato la superbia dalla mia vita. -
“QUEL TANTO DI UMILTÀ”
“QUEL TANTO DI UMILTÀ”
In ogni caso, la sofferenza era stata il prezzo per entrare in una nuova vita,
ma con questo prezzo d’ingresso avevamo acquistato più di quanto ci aspettassimo.
Portava con sé quel tanto di umiltà che abbiamo ben presto scoperto essere in grado
di curare il dolore.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 106
È stato doloroso smettere di provare a controllare la mia esistenza, sebbene il successo
continuasse a fuggirmi; quando poi la vita si è fatta troppo dura, la scappatoia e stata
il bere. Accettare la vita per quel che è diventa possibile con l’umile gesto di affidarla
insieme alla mia volontà alla cura di Dio, come io posso concepirLo. Con la mia esistenza
nelle mani di Dio non reagisco più con paura, incertezza e rabbia a quei fatti che avrei
preferito non mi fossero mai accaduti. Il dolore di aver vissuto quei periodi sarà curato
dalla consapevolezza di aver ricevuto la forza spirituale per sopravvivere. -
RESA ED ESAME ME STESSO
La mia stabilità veniva dal cercare di dare, non dal chiedere per ricevere.
Credo che possiamo comportarci allo stesso modo con la sobrietà emotiva. Se esaminiamo
ogni nostra inquietudine, piccola o grande che sia, alla sua radice troveremo una
dannosa dipendenza e la sua conseguente dannosa richiesta. Rinunciamo continuamente,
con l’aiuto di Dio, a queste limitanti richieste. Potremo allora essere liberi di
vivere e di amare; potremo allora essere in grado di fare il Dodicesimo Passo a noi
stessi e agli altri, per giungere alla sobrietà emotiva.Il Linguaggio del Cuore, pag. 303
Anni di dipendenza dall’alcol quale mezzo chimico per cambiare stato d’animo, mi hanno
privato della capacità d’avere reciproci rapporti emotivi con gli amici. Pensavo di
dover essere autosufficiente, pieno di fiducia in me stesso e ricco di motivazioni in
un mondo di persone inaffidabili. Alla fine ho perso ogni rispetto di me stesso e sono
rimasto solo con la mia dipendenza, non più in grado di avere fiducia in me o di credere
in qualcosa. il mettere in comune con i nuovi venuti la mia resa e l’esame di me stesso
mi hanno aiutato a chiedere aiuto con umiltà. -
GRATO PER CIÒ CHE HO
Durante questo processo in cui imparavamo sempre di più sull’umiltà, il risultato
più profondo di tutti fu il cambiamento del nostro atteggiamento verso Dio.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 106
Oggi le mie preghiere consistono soprattutto nel dire grazie al mio Potere Superiore
per la sobrietà e il prodigio della divina abbondanza, ma devo anche chiedere l’aiuto
e la forza di fare il Suo volere. Non ho più bisogno che Dio intervenga ogni minuto a
salvarmi dalle situazioni in cui mi sono cacciato non facendo la Sua volontà. Oggi la
mia gratitudine sembra essere direttamente collegata all’umiltà. Fino a quando ho
l’umiltà di essere grato per ciò che ho, Dio continua a prendersi cura di me -
FALSO ORGOGLIO
Molti di noi che si credevano religiosi si resero conto dei limiti di questo
tipo d’atteggiamento. Rifiutando di mettere Dio al primo posto, ci eravamo privati
del Suo aiuto.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 107
Molte opinioni false contribuiscono al generarsi del falso orgoglio. Il bisogno di
una indicazione per vivere una vita decente è soddisfatto dalla speranza che si vede
messa alla prova in Alcolisti Anonimi. Coloro che hanno percorso questa via per anni
– un giorno alla volta – dicono che una vita incentrata su Dio offre illimitate possibilità di crescita personale. Dato che le cose stanno veramente così, gli anziani
di A.A. trasmettono molta speranza. Ringrazio il mio Potere Superiore per avermi fatto
capire come Egli operi tramite il nostro prossimo, e Lo ringrazio per i nostri fidati
servitori che aiutano i nuovi venuti a respingere i falsi ideali e ad abbracciare
quelli che portano ad una vita di fiducia e compassione. Gli anziani in A.A. incitano
i nuovi venuti a “giungere a” in modo che essi possano “giungere a credere”, Chiedo
al mio Potere Superiore di aiutarmi a superare la mia mancanza di fede. -
DIFETTI ELIMINATI
Ma ora le parole “Da solo non sono niente, è il Padre che fa le opere” cominciavano
a contenere un significato e una promessa luminosa.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 107
Quando metto in pratica il Settimo Passo devo ricordarmi che non ci sono spazi in bianco
da riempire. Non dice “Gli abbiamo chiesto umilmente (spazio in bianco) di eliminare i
nostri difetti”. Per anni ho riempito quell’immaginario spazio vuoto con “Aiutami!”,
“Dammi il coraggio di!”, “Dammi la forza” e cose del genere. Il Passo dice semplicemente
che Dio eliminerà le mie difetti: l’unico sforzo che devo fare è quello di chiedere con
umiltà, il che per me significa chiedere sapendo che da solo non sono nulla, che è il
Padre “che fa le opere” in me. -
UN DONO INESTIMABILE
Da questo momento con ogni probabilità abbiamo quasi certamente trovato un po’
di sollievo dal peso delle nostre debolezze più devastanti. Godiamo di momenti in
cui proviamo qualcosa di simile alla vera pace dello spirito. Per coloro tra noi
che hanno sinora conosciuto solo esaltazione, depressione o ansietà – in altre
parole per tutti noi – questa pace appena ritrovata è un dono inestimabile.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 105
Sto imparando a lasciar andare e a lasciar fare a Dio, ad avere la mente aperta e un
cuore desideroso di ricevere la grazia di Dio in tutte la mie faccende. Posso cosi
sperimentare il senso di pace e di libertà che derivano dall’essermi arreso. È provato
che un atto di resa, originato dalla disperazione e dalla disfatta, può trasformarsi in
un continuo atto di fede, e questa fede significa libertà e vittoria. -
LE MIE PARTI BUONE E QUELLE CATTIVE
“Mio Creatore, ora voglio che Tu diventi il Signore di tutto il mio essere,
delle mie parti buone e di quelle cattive.”Alcolisti Anonimi, pag. 75
La gioia di vivere è nel dare. Il fatto che io sia stato liberato da alcuni difetti
e possa mettermi più volentieri al servizio degli altri, non fa che accrescere la mia
umiltà. altri miei limiti possono essere messi umilmente nelle mani di Dio e poi
rimossi. L’essenza del Settimo Passo è l’umiltà e non c’è modo migliore di perseguire
l’umiltà che quello di dare tutto me stesso – le mie parti buone e quelle cattive –
a Dio, in modo che Egli possa restituirmi le prime ed eliminare la seconde. -
CHIEDO A DIO DI DECIDERE
“ti domando di spazzare via ogni singolo difetto di carattere che m’impedisce
di essere utile e di essere utile a Te ai miei amici.”Alcolisti Anonimi, pag. 75
Dopo aver ammesso la mia impotenza e aver preso la decisione di affidare la mia vita
e la mia volontà alla cura di Dio, come posso concepirLo, non sono io a decidere quali
siano i difetti da eliminare, o l’ordine e il momento in cui farlo, . Chiedo a Dio di
decidere quali siano quelli che più intralciano il mio essere utile a Lui e agli altri
e poi Gli domando, con umiltà, di spazzarli via. -
AIUTARE GLI ALTRI
La nostra stessa vita, di ex bevitori-problema, dipende dal nostro desiderio
costante di aiutare gli altri e di trovare dei mezzi adatti per rispondere alle
loro necessità.Alcolisti Anonimi, pag. 19
Il mio problema era l’egocentrismo. Tutte le persone presenti nella mia vita avevano
fatto qualcosa per me e io non solo pensavo mi fosse dovuto, ma non ero neanche grato
ed ero anzi risentito che non lo facessero più. Perché dover aiutare gli altri, quando
spettava a loro aiutare me? Se la gente aveva problemi non era perché se li meritava?
Ero pieno di autocommiserazione, rabbia e risentimento. Poi ho imparato che con l’aiutare
gli altri in modo disinteressato riesco a superare il mio ossessivo egoismo, e che se
comprendo cos’è l’umiltà posso conoscere pace e serenità. Non ho più bisogno di bere. -
QUELLI CHE ANCORA SOFFRONO
Nel nostro caso, invece, se trascuriamo quelli che sono ancora malati, mettiamo
in costante pericolo le nostre vite e la nostra sanità mentaleDodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 218
Conosco il tormento del bere compulsivo, per calmare i nervi e placare le paure.
Conosco anche il tormento che si prova stringendo i denti per mantenersi sobri.
Oggi non dimentico lo conosciuto che soffre in silenzio, chiuso in se stesso e
sprofondato sollievo del bere. Chiedo al mio Potere Superiore di darmi la Sua
guida e il coraggio di volere essere un Suo strumento, colmandomi di compassione
e altruismo. Che il gruppo possa continuare a darmi la forza di fare insieme
agli altri ciò che da solo non riuscirei a fare. -
IL “VALORE” DELLA SOBRIETÀ
Ogni Gruppo A.A. dovrebbe mantenersi completamente da solo, rifiutando
contributi esterni.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 231
Quando vado a fare spese guardo i prezzi, e se vedo qualcosa che mi serve la compro
e pago. Ora che, a quanto pare, mi sto riabilitando, devo mettere ordine nella mia vita.
Quando vado ad una riunione prendo spesso più di un caffè con latte e zucchero, ma al
momento della colletta sono troppo impegnata per prendere i soldi dal borsellino o non
ne ho abbastanza soldi; eppure sono lì perché ho bisogno di quella riunione. Ho sentito
qualcuno che suggeriva di mettere nel cappello l’equivalente del costo di una birra e ho
pensato: è troppo! Non do quasi mai almeno un euro. Come molti altri, faccio affidamento
sugli amici più generosi per finanziare A.A. Dimentico che servono soldi per affittare la
stanza delle riunioni, per comprare il caffè, il latte, lo zucchero e le tazzine. Al bar,
dopo la riunione, pago senza esitare la mia tazzina di caffè; per quello i soldi li hos
sempre. E allora, che valore hanno la mia sobrietà e pace interiore? -
ADOTTARE LO STILE DI VITA À.A.
Obbediamo ai Passi e alle Tradizioni di A.A. perché li vogliamo realmente per noi: Non è più una questione di bene o di male; ci atteniamo ad essi semplicemente perché lo desideriamo. Questo è il nostro processo di crescita, nell’unità e nell’efficacia. Questa è la prova della grazia di Dio e del l’amore di Dio fra noi.
A.A. diventa adulta, pag. 114
È divertente vedermi crescere in A.A. Ho combattuto contro l’adesione ai principi di A.A. dal momento in cui ci sono entrato, ma ho imparato dal dolore causato dalla mia belligeranza che, se sceglievo di vivere lo stile di vita A.A., mi aprivo all’amore e alla grazia di Dio. Allora ho iniziato a comprendere il pieno significato del far parte di Alcolisti Anonimi.
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QUELLI CHE ANCORA SOFFRONO
Resistiamo, quindi, all’orgogliosa presunzione che se Dio ci ha consentito
di far bene in un campo siamo destinati per questo a essere una fonte di grazia
salvatrice per tutti.A.A. Diventa Adulta, pag. 277
I gruppi A.A. esistono per aiutare gli alcolisti a raggiungere la sobrietà. Che
sia grande o piccolo, saldamente insediato o appena nato, di studio o discussione,
ogni gruppo ha una sola ragion d’essere: portare il messaggio all’alcolista che soffre
ancora. Il gruppo esiste affinché l’alcolista possa trovare un nuovo stile di vita, un’
esistenza piena di gioia, felicità e libertà. Per potersi recuperare, la maggior parte
di noi ha bisogno del sostegno di un gruppo di alcolisti che mettano i comune la loro
esperienza, forza e speranza. Quindi la mia sobrietà, e la nostra sopravvivenza nel
Programma, dipendono dalla mia determinazione nel mettere le cose più importanti al
primo posto. -
ANONIMI DONI DI BONTÀ
Nel nostro periodo di alcolismo attivo eravamo sempre in cerca di aiuto,
in un modo o nell’altro…Le Dodici Tradizioni Illustrate, pag. 14
La Settima Tradizione è una sfida personale, che mi ricorda di mettere in comune
e dare me stesso. Prima di raggiungere la sobrietà, l’unica cosa che avessi mai
sostenuto era la mia abitudine di bere. Ora i miei sforzi consistono nel dare un
sorriso, una parola gentile e bontà. Ho capito che dovevo cominciare a portare il
mio fardello, e lasciare che i miei nuovi amici camminassero al mio fianco, perché
non sono mai stato così bene con il mettere in pratica di Dodici Passi e le
Dodici Tradizioni. -
RESTITUIRE
… sente di aver trovato qualcosa di meglio dell’oro …
Può non accorgersi subito di aver appena scalfito un filone inesauribile, che darà
i suoi utili soltanto se continuerà a sfruttarlo per il resto della sua vita, regalando al prossimo tutto quanto ha raccolto.Alcolisti Anonimi, pag. 129
Mettere la mia parte nella Settima Tradizione significa molto più che dare i soldi
per pagare il caffè. Significa essere accettato per ciò che sono con l’appartenenza
a un Gruppo. Per la prima volta posso essere responsabile, perché ho una scelta. Posso
imparare i principi da adottare per superare i problemi della vita quotidiana con il
a essere coinvolto negli “affari” di Alcolisti Anonimi. Se sono autosufficiente, posso
restituire ad A.A. ciò che A.A. mi ha dato. Il restituire ad A.A. non solo mi assicura
la sobrietà, ma mi garantisce la certezza che Alcolisti Anonimi sarà ancora qui per i
miei nipoti. -
UNA PREGHIERA PER TUTTE LE STAGIONI
Signore, concedici la serenità di accettare le cose che non possiamo cambiare,
il coraggio di cambiare quelle che possiamo, e la saggezza di conoscerne la
differenza.Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 184
La forza di questa preghiera è irresistibile, e sta nel fatto che la sua semplice
bellezza è pari a quella di A.A. stessa. A volte mentre la recito mi blocco, ma se poi
esamino la parte che mi turba trovo la risposta al mio problema. La prima volta che mi
è capitato mi sono spaventato, ora invece uso questo fatto come un utile strumento.
Accettando la vita così com’è, ne guadagno in serenità. Mettendomi in azione acquisto
coraggio e ringrazio Dio per la capacità di distinguere le situazioni nelle quali posso
fare qualcosa e quelle in cui devo cedere. Tutto ciò che ho oggi è un dono di Dio: la
vita, il sentirmi utile, l’essere soddisfatto e questo Programma. La serenità mi permette
di continuare ad andare avanti. Alcolisti Anonimi è la via più facile, più morbida.