2024 Luglio

  • IL MEGLIO PER OGGI

    I principi che abbiamo elencato sono la guida verso un pro­gresso.

    Alcolisti Anonimi, pag. 59

    Come uno scultore per raggiungere gli effetti voluti nel creare un’opera d’arte usa diversi strumenti, così in A.A. per ottenere risultati nella vita utilizziamo i Dodici Passi. Non mi lascio sopraffare dai problemi della vita e dalla quantità di lavoro ancora da fare: mi faccio invece con­fortare dalla consapevolezza che la mia vita è ora nelle mani del mio Potere Superiore, un artista ineguagliabile che modella ogni parte della mia esistenza in un’opera d’arte unica. Se continuo a lavorare sul Programma pos­so essere soddisfatto, sapendo che “tutto ciò che Dio ci chiede è di fare del nostro meglio, solo per oggi”.

  • IL CUORE DELLA VERA SOBRIETÀ

    Crediamo che nessuno dovrebbe avere difficoltà con gli aspetti spirituali del nostro Programma. Buona volontà, onestà e apertura mentale, sono gli elementi essenziali del recupero. Ma questi sono indispensabili.

    Alcolisti Anonimi, pag. 392

    Sono abbastanza onesto da accettarmi così come sono e lasciare che sia questo il “me stesso” che lascio vedere agli altri? Ho la buona volontà di non fermarmi di fronte a nulla e di fare qualunque cosa sia necessaria per rimanere sobrio? Ho l’apertura mentale di sentire quello che devo, di pensare quello che devo e di provare quello che devo? Se la risposta a queste domande è “Sì”, allora ne so ab­bastanza sulla spiritualità del Programma per rimanere sobrio. Continuando a lavorare sui Dodici Passi avanzo verso il cuore della vera sobrietà: la serenità con me stes­so, con gli altri e con Dio, come io posso concepirlo

  • ESPERIENZA: LA MIGLIOR MAESTRA

    Perché manchiamo ancora d’esperienza e poiché e solo da poco tempo che abbiamo iniziato
    un contatto consapevole con Dio, sarà poco probabile che saremo ispirati tutte le volte.

    Alcolisti Anonimi, pag. 86

    C’è chi afferma che la miglior maestra è l’esperienza, ma io sono convinto che sia anche
    l’unica. Sono riuscito a imparare che Dio mi ama solo dopo aver sperimentatoche dipendo
    da questo amore. All’inizio non potevo essere sicuro del senso che Lui voleva dare alla
    mia vita, ma adesso capisco che se ho abbastanza ardire da chiedere la Sua guida, allora
    devo agire come se fosse Lui a provvedere a tutto. Chiedo spesso a Dio di aiutarmi a
    ricordare che lui ha in serbo una strada per me.

  • UNA FEDE NATURALE

    …in ogni uomo, donna e bambino è profondamente radicata l’idea di Dio. Forse le disgrazie,
    l’adorazione di altri oggetti, le ricchezze riusciranno ad offuscarla, ma in una forma o in
    un’altra, essa è là. Infatti, la fede in un Potere più grande di noi stessi e le manifestazioni
    straordinarie della Sua presenza in mezzo agli uomini sono dei fatti vecchi quanto l’uomo stesso.

    Alcolisti Anonimi, pag. 54

    Ho visto le opere del Dio invisibile nelle stanze di A.A. I miracoli del recupero sono evidenti
    dappertutto. Ora credo che Dio si trovi in queste stanze e nel mio cuore. Oggi la fede, per me
    che ero agnostico, è tanto naturale quanto lo è respirare, mangiare e dormire, I Dodici Passi mi
    hanno aiutato a cambiare la mia vita in molti modi, ma nessuno di essi è più efficace
    dell’acquisizione di un Potere Superiore.

  • UNA NUOVA DIREZIONE

    Tutte le risorse umane che avevamo, controllate dalla nostra buona volontà, non sono bastate;
    hanno ceduto miseramente. … Ogni giorno è un giorno in cui dobbiamo tentare di fare la volontà
    di Dio, in tutte le nostre azioni.

    Alcolisti Anonimi, pag. 44,84

    Sento parlare degli alcolisti come di gente dalla “volontà debole”, ma io sono una delle persone con
    la volontà più forte sulla faccia della terra! Ora però so che la mia incredibile forza di volontà non
    è sufficiente a salvarmi la vita. Il mio non è tanto un problema di “debolezza”, quanto di “direzione”.
    Quando accetto i miei reali limiti senza sminuirmi ingiustamente, e mi affido alla guida di Dio, in me i
    peggiori difetti diventano i più grandi pregi. Se guidata nella direzione giusta, la mia forza di volontà,
    mi fa andare avanti a lavorare fino a quando le promesse del Programma non diventeranno realtà quotidiana.

  • INDIVIDUARE LA PAURA…

    E’ stata la paura originata dall’egocentrismo ciò che più di tutto ha generato
    i nostri difetti…

    Alcolisti Anonimi, pag. 108

    Quando mi sento a disagio, irritato o depresso, cerco quale sia la mia paura. Questo “filo temibile
    e diabolico” è alla radice dei mio malessere: la paura di fallire, dell’opinione altrui, di essere
    danneggiato e molte altre ancora. Ho trovato un Potere Superiore che non vuole che io viva nella paura e,
    da questo, l’esperienza di A.A. nella mia vita è libertà e gioia. Non voglio più vivere con la massa dei
    difetti di carattere che caratterizzavano la mia vita quando ancora bevevo. Il Settimo Passo è il veicolo
    per riuscire a liberarmi da questi difetti. Prego di ottenere l’aiuto necessario ad individuare la paura
    che e alla base di ogni difetto, e poi chiedo a Dio di farmela sparire. Per me questo metodo funziona in
    modo infallibile ed è uno dei più grandi miracoli della mia vita in Alcolisti Anonimi.

  • … E LIBERARSENE

    …fondamentalmente la paura di perdere qualcosa che già possedevamo o di non farcela a
    ottenere qualcosa che pretendevamo. Basando la nostra vita su delle esigenze insoddisfatte
    eravamo in uno stato di continuo turbamento e frustrazione. Quindi non avremmo raggiunto alcuna
    pace a meno che non fossimo riusciti a trovare un modo per limitare queste pretese. La differenza
    tra una pretesa e una semplice richiesta e chiara a chiunque.

    Alcolisti Anonimi, pag. 112

    Per me la pace è possibile solo quando mi libero dalle mie aspettative. Quando rimango intrappolato
    dai pensieri di ciò che vorrei e di ciò che mi spetterebbe, sono in uno stato di paura o di ansiosa
    anticipazione e ciò non mi porta alla sobrietà emotiva. Devo arrendermi – sempre di più – all’evidenza
    della mia dipendenza da Dio, perché allora trovo pace, gratitudine e sicurezza spirituale.

  • UNA LIBERTÀ SEMPRE PIÙ GRANDE

    Nel Settimo Passo operiamo quel cambiamento nel nostro atteggiamento che ci
    permette, con l’umiltà come guida, di uscire da noi stessi per andare verso
    gli altri e verso Dio.

    Alcolisti Anonimi, pag. 108

    Quando ho finalmente chiesto a Dio di rimuovere ciò che mi separava da Lui e dalla luce
    dello Spirito, ho intrapreso un viaggio più splendido di quanto non avessi mai immaginato.
    Ho sperimentato la libertà da tutte quelle caratteristiche che mi facevano richiudere in me
    stesso. Grazie a questo Passo quello dell’umiltà, mi sento pulito. Sono particolarmente
    consapevole della sua importanza, perché ora riesco a essere utile a Dio e ai miei amici.
    So che Lui mi ha concesso la forza di eseguire la Sua volontà e mi ha preparato per chiunque
    e ogni cosa trovi oggi sulla mia strada. Sono davvero nelle Sue mani e sono grato per la
    gioia di poter essere utile per oggi.

  • SONO UNO STRUMENTO

    Quello dell’umiltà è un argomento difficile. L’umiltà non consiste nel considerarmi peggiore
    di quanto dovrei, ma è piuttosto riconoscere che faccio bene alcune cose, e anche accettare
    con garbo un complimento. Dio può fare per me solo quello che può fare tramite me. L’umiltà
    è il risultato del sapere che è Dio che agisce, non io. Alla luce di questa consapevolezza,
    come posso provare orgoglio per i risultati che ottengo? Sono solo uno strumento, e ogni
    opera che sembro fare io è in realtà fatta da Dio per mio tramite. Ogni giorno chiedo a Dio,
    di eliminare le miei difetti, in modo da potermi dedicare più liberamente al mio impegno di
    “amore e servizio” in A.A..

  • VERSO LA PACE E LA SERENITÀ

    Quando abbiamo dato un onesto sguardo ad alcuni di questi difetti, li abbiamo discussi
    con un’altra persona e abbiamo acquisito la volontà di eliminarli, la nostra idea di umiltà
    comincia ad assumere un significato più ampio.

    Alcolisti Anonimi, pag. 105

    Quando insorgono situazioni che distruggono la mia serenità, spesso la sofferenza mi spinge
    a chiedere lumi a Dio per capire che parte ho nella faccenda. Ammettendo la mia impotenza,
    prego umilmente che mi venga concessa accettazione. Cerco di capire come i miei difetti di
    carattere abbiano contribuito alla situazione. Potevo essere più paziente? Sono stato in-
    tollerante? Ho insistito per fare a modo mio? Ero impaurito? Una volta scoperto dove ho
    sbagliato, la smetto di riporre fiducia in me stesso e chiedo umilmente a Dio di eliminare
    i miei difetti. La situazione potrà anche rimanere immutata ma, se mi esercito nel mettere
    in pratica l’umiltà, godo di quella pace e la serenità che sono i benefici naturali derivanti
    dal riporre la mia fiducia in un Potere più grande di me.

  • UNA SVOLTA

    Siamo arrivati a una svolta davvero decisiva delle nostre vite quando abbiamo cercato
    l’umiltà come qualcosa che desideravamo veramente, piuttosto che come qualcosa che dovevamo
    avere.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 107

    O lo stile di vita A.A. diventa pieno di gioia oppure tornerò nelle tenebre e nella dispe-
    razione dell’alcolismo. Provo gioia quando il mio atteggiamento nei confronti di Dio e
    dell’umiltà diventa un desiderio piuttosto che un peso. Il buio della mia vita diventa luce
    radiosa quando arrivo a comprendere che l’essere fiducioso e onesto nel fare il mio inventa-
    rio porta la mia vita ad essere piena di serenità, libertà e gioia. La fiducia nel mio Potere
    Superiore diventa più profonda e un flusso di gratitudine pervade tutto il mio essere. Sono
    convinto che essere umile significa essere sincero e onesto con me stesso e con Dio. È allora
    che l’umiltà diventa qualcosa che “desidero veramente” e non invece “qualcosa che devo avere”.

  • ABBANDONARE IL CENTRO DELLA SCENA

    …perché senza un qualche grado di umiltà nessun alcolista potrà mai rimanere
    sobrio… Senza umiltà non riescono a vivere per uno scopo veramente utile o, nelle
    avversità, a poter contare su una fede che riesca a far fronte a qualunque situazione
    critica.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 99

    Perché recalcitro nel sentire la parola umiltà? Non mi sto umiliando di fronte ad altre
    persone, ma di fronte a Dio, come io posso concepirlo. Umiltà significa mostrare un
    sottomesso rispetto, e con l’essere umile mi rendo conto di non essere il centro
    dell’universo. Ai tempi in cui bevevo, ero roso dall’orgoglio e dall’egocentrismo.
    Sentivo che il mondo intero girava intorno a me, che ero padrone del mio destino.
    L’umiltà mi permette di dipendere dall’aiuto di Dio per superare le avversità e correggere
    i miei difetti, in modo da poter crescere spiritualmente. Devo risolvere i problemi più
    difficili per migliorare le mie capacità e, quando imbatto negli ostacoli della vita, devo
    imparare a superarli con l’aiuto di Dio. La quotidiana comunione con Lui dimostra la mia
    umiltà e mi consente di capire che un’Entità più grande di me è disposta ad aiutarmi, se
    la smetto di provare a interpretare io il ruolo di Dio.

  • L’UMILTÀ È UN DONO

    Finché abbiamo messo la fiducia in noi stessi al primo posto, un’autentica fiducia
    in un Potere Superiore era del tutto impensabile. Mancava l’ingrediente fondamentale di
    ogni forma di umiltà, il desiderio di conoscere e di fare la volontà di Dio.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 102

    Quando giunsi la prima volta in A.A., desideravo trovare un po’ di quella sfuggente virtù
    chiamata umiltà. Non capivo che stavo ricercando l’umiltà perché pensavo mi potesse aiutare
    a ottenere quello che volevo, e che avrei fatto qualsiasi cosa per gli altri solo se avessi
    avuto la certezza che Dio mi avrebbe ricompensato in qualche modo. Ora cerco di ricordare che
    la gente che incontro nel corso della giornata è vicina a Dio tanto quanto cercherò sempre di
    esserlo io finché sarò al mondo. Oggi ho bisogno di pregare per conoscere la volontà di Dio,
    e per capire come la mia esperienza di speranza e di dolore possa aiutare altre persone; se
    lo faccio non ho bisogno di cercare l’umiltà, perché è stata lei ad avermi trovato.

  • UN NUTRIENTE ALIMENTO

    Mentre prima l’umiltà era il misero cibo frutto di un’umiliazione forzata, ora
    comincia ad assumere il significato del nutriente alimento che può darci la serenità.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 105

    Quanto spesso mi concentro sui miei problemi e frustrazioni? Quando io sto vivendo una
    “buona giornata”, i problemi stessi perdono d’importanza e la mio occuparmi di loro
    diminuisce in proporzione. Non sarebbe meglio se potessi trovare la chiave per liberare
    la “magia” delle mie “buone giornate” al fine di poterla usare contro i guai delle mie
    “cattive giornate”? Ho già la soluzione! Invece di cercare di fuggire dal dolore e desi-
    derare che i problemi non ci siamo, posso pregare per avere umiltà! L’umiltà mi guarirà
    dal dolore. L’umiltà mi farà uscire da me stesso. L’umiltà, quella forza che mi è concessa
    da quel “potere più grande di me stesso”, è mia solo per il fatto di averla chiesta.
    L’umiltà riporterà l’equilibrio nella mia vita. L’umiltà mi permetterà di accettare con gioia la mia umanità .

  • SUPERBIA

    Per migliaia di anni non abbiamo fatto che pretendere di più di quel che ci spettasse
    quanto a sicurezza, prestigio e vita sentimentale. Quando ci sembrava di aver successo,
    bevevamo per sognare sogni ancor più grandiosi. Quando ci sentivamo frustrati, anche solo
    in parte, bevevamo per dimenticare. Non ne avevamo mai abbastanza di quello che credevamo
    di desiderare. In tutti questi sforzi, molti dei quali animati da buone intenzioni, l’ostacolo paralizzante era stata la nostra mancanza di umiltà. Ci mancava la prospettiva
    adatta a vedere che la formazione del carattere e i valori spirituali dovevano venire al
    primo posto, e che le soddisfazioni materiali non erano lo scopo della vita.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pagg. 100, 101

    Più e più volte mi sono accostato al Settimo Passo, solo per poi tornare indietro e
    riordinare le idee. Mancava qualcosa e il contatto con il Passo mi sfuggiva. Cosa avevo
    trascurato? Una singola parola, spesso letta ma ignorata, fondamento di tutti i Passi,
    addirittura dell’intero Programma di Alcolisti Anonimi: quella parola è “umiltà”.
    Ho compreso quali erano i miei difetti: rimandavo costantemente i miei impegni, mi arrabbiavo con facilità, mi autocommiseravo troppo e pensavo: “Perché proprio me?” Poi ho
    ricordato che la superbia precede la rovina e ho eliminato la superbia dalla mia vita.

  • “QUEL TANTO DI UMILTÀ”

    “QUEL TANTO DI UMILTÀ”
    In ogni caso, la sofferenza era stata il prezzo per entrare in una nuova vita,
    ma con questo prezzo d’ingresso avevamo acquistato più di quanto ci aspettassimo.
    Portava con sé quel tanto di umiltà che abbiamo ben presto scoperto essere in grado
    di curare il dolore.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 106

    È stato doloroso smettere di provare a controllare la mia esistenza, sebbene il successo
    continuasse a fuggirmi; quando poi la vita si è fatta troppo dura, la scappatoia e stata
    il bere. Accettare la vita per quel che è diventa possibile con l’umile gesto di affidarla
    insieme alla mia volontà alla cura di Dio, come io posso concepirLo. Con la mia esistenza
    nelle mani di Dio non reagisco più con paura, incertezza e rabbia a quei fatti che avrei
    preferito non mi fossero mai accaduti. Il dolore di aver vissuto quei periodi sarà curato
    dalla consapevolezza di aver ricevuto la forza spirituale per sopravvivere.

  • RESA ED ESAME ME STESSO

    La mia stabilità veniva dal cercare di dare, non dal chiedere per ricevere.
    Credo che possiamo comportarci allo stesso modo con la sobrietà emotiva. Se esaminiamo
    ogni nostra inquietudine, piccola o grande che sia, alla sua radice troveremo una
    dannosa dipendenza e la sua conseguente dannosa richiesta. Rinunciamo continuamente,
    con l’aiuto di Dio, a queste limitanti richieste. Potremo allora essere liberi di
    vivere e di amare; potremo allora essere in grado di fare il Dodicesimo Passo a noi
    stessi e agli altri, per giungere alla sobrietà emotiva.

    Il Linguaggio del Cuore, pag. 303

    Anni di dipendenza dall’alcol quale mezzo chimico per cambiare stato d’animo, mi hanno
    privato della capacità d’avere reciproci rapporti emotivi con gli amici. Pensavo di
    dover essere autosufficiente, pieno di fiducia in me stesso e ricco di motivazioni in
    un mondo di persone inaffidabili. Alla fine ho perso ogni rispetto di me stesso e sono
    rimasto solo con la mia dipendenza, non più in grado di avere fiducia in me o di credere
    in qualcosa. il mettere in comune con i nuovi venuti la mia resa e l’esame di me stesso
    mi hanno aiutato a chiedere aiuto con umiltà.

  • GRATO PER CIÒ CHE HO

    Durante questo processo in cui imparavamo sempre di più sull’umiltà, il risultato
    più profondo di tutti fu il cambiamento del nostro atteggiamento verso Dio.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 106

    Oggi le mie preghiere consistono soprattutto nel dire grazie al mio Potere Superiore
    per la sobrietà e il prodigio della divina abbondanza, ma devo anche chiedere l’aiuto
    e la forza di fare il Suo volere. Non ho più bisogno che Dio intervenga ogni minuto a
    salvarmi dalle situazioni in cui mi sono cacciato non facendo la Sua volontà. Oggi la
    mia gratitudine sembra essere direttamente collegata all’umiltà. Fino a quando ho
    l’umiltà di essere grato per ciò che ho, Dio continua a prendersi cura di me

  • FALSO ORGOGLIO

    Molti di noi che si credevano religiosi si resero conto dei limiti di questo
    tipo d’atteggiamento. Rifiutando di mettere Dio al primo posto, ci eravamo privati
    del Suo aiuto.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 107

    Molte opinioni false contribuiscono al generarsi del falso orgoglio. Il bisogno di
    una indicazione per vivere una vita decente è soddisfatto dalla speranza che si vede
    messa alla prova in Alcolisti Anonimi. Coloro che hanno percorso questa via per anni
    – un giorno alla volta – dicono che una vita incentrata su Dio offre illimitate possibilità di crescita personale. Dato che le cose stanno veramente così, gli anziani
    di A.A. trasmettono molta speranza. Ringrazio il mio Potere Superiore per avermi fatto
    capire come Egli operi tramite il nostro prossimo, e Lo ringrazio per i nostri fidati
    servitori che aiutano i nuovi venuti a respingere i falsi ideali e ad abbracciare
    quelli che portano ad una vita di fiducia e compassione. Gli anziani in A.A. incitano
    i nuovi venuti a “giungere a” in modo che essi possano “giungere a credere”, Chiedo
    al mio Potere Superiore di aiutarmi a superare la mia mancanza di fede.

  • DIFETTI ELIMINATI

    Ma ora le parole “Da solo non sono niente, è il Padre che fa le opere” cominciavano
    a contenere un significato e una promessa luminosa.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 107

    Quando metto in pratica il Settimo Passo devo ricordarmi che non ci sono spazi in bianco
    da riempire. Non dice “Gli abbiamo chiesto umilmente (spazio in bianco) di eliminare i
    nostri difetti”. Per anni ho riempito quell’immaginario spazio vuoto con “Aiutami!”,
    “Dammi il coraggio di!”, “Dammi la forza” e cose del genere. Il Passo dice semplicemente
    che Dio eliminerà le mie difetti: l’unico sforzo che devo fare è quello di chiedere con
    umiltà, il che per me significa chiedere sapendo che da solo non sono nulla, che è il
    Padre “che fa le opere” in me.

  • UN DONO INESTIMABILE

    Da questo momento con ogni probabilità abbiamo quasi certamente trovato un po’
    di sollievo dal peso delle nostre debolezze più devastanti. Godiamo di momenti in
    cui proviamo qualcosa di simile alla vera pace dello spirito. Per coloro tra noi
    che hanno sinora conosciuto solo esaltazione, depressione o ansietà – in altre
    parole per tutti noi – questa pace appena ritrovata è un dono inestimabile.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 105

    Sto imparando a lasciar andare e a lasciar fare a Dio, ad avere la mente aperta e un
    cuore desideroso di ricevere la grazia di Dio in tutte la mie faccende. Posso cosi
    sperimentare il senso di pace e di libertà che derivano dall’essermi arreso. È provato
    che un atto di resa, originato dalla disperazione e dalla disfatta, può trasformarsi in
    un continuo atto di fede, e questa fede significa libertà e vittoria.

  • LE MIE PARTI BUONE E QUELLE CATTIVE

    “Mio Creatore, ora voglio che Tu diventi il Signore di tutto il mio essere,
    delle mie parti buone e di quelle cattive.”

    Alcolisti Anonimi, pag. 75

    La gioia di vivere è nel dare. Il fatto che io sia stato liberato da alcuni difetti
    e possa mettermi più volentieri al servizio degli altri, non fa che accrescere la mia
    umiltà. altri miei limiti possono essere messi umilmente nelle mani di Dio e poi
    rimossi. L’essenza del Settimo Passo è l’umiltà e non c’è modo migliore di perseguire
    l’umiltà che quello di dare tutto me stesso – le mie parti buone e quelle cattive –
    a Dio, in modo che Egli possa restituirmi le prime ed eliminare la seconde.

  • CHIEDO A DIO DI DECIDERE

    “ti domando di spazzare via ogni singolo difetto di carattere che m’impedisce
    di essere utile e di essere utile a Te ai miei amici.”

    Alcolisti Anonimi, pag. 75

    Dopo aver ammesso la mia impotenza e aver preso la decisione di affidare la mia vita
    e la mia volontà alla cura di Dio, come posso concepirLo, non sono io a decidere quali
    siano i difetti da eliminare, o l’ordine e il momento in cui farlo, . Chiedo a Dio di
    decidere quali siano quelli che più intralciano il mio essere utile a Lui e agli altri
    e poi Gli domando, con umiltà, di spazzarli via.

  • AIUTARE GLI ALTRI

    La nostra stessa vita, di ex bevitori-problema, dipende dal nostro desiderio
    costante di aiutare gli altri e di trovare dei mezzi adatti per rispondere alle
    loro necessità.

    Alcolisti Anonimi, pag. 19

    Il mio problema era l’egocentrismo. Tutte le persone presenti nella mia vita avevano
    fatto qualcosa per me e io non solo pensavo mi fosse dovuto, ma non ero neanche grato
    ed ero anzi risentito che non lo facessero più. Perché dover aiutare gli altri, quando
    spettava a loro aiutare me? Se la gente aveva problemi non era perché se li meritava?
    Ero pieno di autocommiserazione, rabbia e risentimento. Poi ho imparato che con l’aiutare
    gli altri in modo disinteressato riesco a superare il mio ossessivo egoismo, e che se
    comprendo cos’è l’umiltà posso conoscere pace e serenità. Non ho più bisogno di bere.

  • QUELLI CHE ANCORA SOFFRONO

    Nel nostro caso, invece, se trascuriamo quelli che sono ancora malati, mettiamo
    in costante pericolo le nostre vite e la nostra sanità mentale

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 218

    Conosco il tormento del bere compulsivo, per calmare i nervi e placare le paure.
    Conosco anche il tormento che si prova stringendo i denti per mantenersi sobri.
    Oggi non dimentico lo conosciuto che soffre in silenzio, chiuso in se stesso e
    sprofondato sollievo del bere. Chiedo al mio Potere Superiore di darmi la Sua
    guida e il coraggio di volere essere un Suo strumento, colmandomi di compassione
    e altruismo. Che il gruppo possa continuare a darmi la forza di fare insieme
    agli altri ciò che da solo non riuscirei a fare.

  • IL “VALORE” DELLA SOBRIETÀ

    Ogni Gruppo A.A. dovrebbe mantenersi completamente da solo, rifiutando
    contributi esterni.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 231

    Quando vado a fare spese guardo i prezzi, e se vedo qualcosa che mi serve la compro
    e pago. Ora che, a quanto pare, mi sto riabilitando, devo mettere ordine nella mia vita.
    Quando vado ad una riunione prendo spesso più di un caffè con latte e zucchero, ma al
    momento della colletta sono troppo impegnata per prendere i soldi dal borsellino o non
    ne ho abbastanza soldi; eppure sono lì perché ho bisogno di quella riunione. Ho sentito
    qualcuno che suggeriva di mettere nel cappello l’equivalente del costo di una birra e ho
    pensato: è troppo! Non do quasi mai almeno un euro. Come molti altri, faccio affidamento
    sugli amici più generosi per finanziare A.A. Dimentico che servono soldi per affittare la
    stanza delle riunioni, per comprare il caffè, il latte, lo zucchero e le tazzine. Al bar,
    dopo la riunione, pago senza esitare la mia tazzina di caffè; per quello i soldi li hos
    sempre. E allora, che valore hanno la mia sobrietà e pace interiore?

  • ADOTTARE LO STILE DI VITA À.A.

    Obbediamo ai Passi e alle Tradizioni di A.A. perché li vo­gliamo realmente per noi: Non è più una questione di bene o di male; ci atteniamo ad essi semplicemente perché lo desi­deriamo. Questo è il nostro processo di crescita, nell’unità e nell’efficacia. Questa è la prova della grazia di Dio e del­ l’amore di Dio fra noi.

    A.A. diventa adulta, pag. 114

    È divertente vedermi crescere in A.A. Ho combattuto contro l’adesione ai principi di A.A. dal momento in cui ci sono entrato, ma ho imparato dal dolore causato dalla mia belligeranza che, se sceglievo di vivere lo stile di vita A.A., mi aprivo all’amore e alla grazia di Dio. Allora ho iniziato a comprendere il pieno significato del far par­te di Alcolisti Anonimi.

  • QUELLI CHE ANCORA SOFFRONO

    Resistiamo, quindi, all’orgogliosa presunzione che se Dio ci ha consentito
    di far bene in un campo siamo destinati per questo a essere una fonte di grazia
    salvatrice per tutti.

    A.A. Diventa Adulta, pag. 277

    I gruppi A.A. esistono per aiutare gli alcolisti a raggiungere la sobrietà. Che
    sia grande o piccolo, saldamente insediato o appena nato, di studio o discussione,
    ogni gruppo ha una sola ragion d’essere: portare il messaggio all’alcolista che soffre
    ancora. Il gruppo esiste affinché l’alcolista possa trovare un nuovo stile di vita, un’
    esistenza piena di gioia, felicità e libertà. Per potersi recuperare, la maggior parte
    di noi ha bisogno del sostegno di un gruppo di alcolisti che mettano i comune la loro
    esperienza, forza e speranza. Quindi la mia sobrietà, e la nostra sopravvivenza nel
    Programma, dipendono dalla mia determinazione nel mettere le cose più importanti al
    primo posto.

  • ANONIMI DONI DI BONTÀ

    Nel nostro periodo di alcolismo attivo eravamo sempre in cerca di aiuto,
    in un modo o nell’altro…

    Le Dodici Tradizioni Illustrate, pag. 14

    La Settima Tradizione è una sfida personale, che mi ricorda di mettere in comune
    e dare me stesso. Prima di raggiungere la sobrietà, l’unica cosa che avessi mai
    sostenuto era la mia abitudine di bere. Ora i miei sforzi consistono nel dare un
    sorriso, una parola gentile e bontà. Ho capito che dovevo cominciare a portare il
    mio fardello, e lasciare che i miei nuovi amici camminassero al mio fianco, perché
    non sono mai stato così bene con il mettere in pratica di Dodici Passi e le
    Dodici Tradizioni.

  • RESTITUIRE

    … sente di aver trovato qualcosa di meglio dell’oro …
    Può non accorgersi subito di aver appena scalfito un filone inesauribile, che darà
    i suoi utili soltanto se continuerà a sfruttarlo per il resto della sua vita, regalando al prossimo tutto quanto ha raccolto.

    Alcolisti Anonimi, pag. 129

    Mettere la mia parte nella Settima Tradizione significa molto più che dare i soldi
    per pagare il caffè. Significa essere accettato per ciò che sono con l’appartenenza
    a un Gruppo. Per la prima volta posso essere responsabile, perché ho una scelta. Posso
    imparare i principi da adottare per superare i problemi della vita quotidiana con il
    a essere coinvolto negli “affari” di Alcolisti Anonimi. Se sono autosufficiente, posso
    restituire ad A.A. ciò che A.A. mi ha dato. Il restituire ad A.A. non solo mi assicura
    la sobrietà, ma mi garantisce la certezza che Alcolisti Anonimi sarà ancora qui per i
    miei nipoti.

  • UNA PREGHIERA PER TUTTE LE STAGIONI

    Signore, concedici la serenità di accettare le cose che non possiamo cambiare,
    il coraggio di cambiare quelle che possiamo, e la saggezza di conoscerne la
    differenza.

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 184

    La forza di questa preghiera è irresistibile, e sta nel fatto che la sua semplice
    bellezza è pari a quella di A.A. stessa. A volte mentre la recito mi blocco, ma se poi
    esamino la parte che mi turba trovo la risposta al mio problema. La prima volta che mi
    è capitato mi sono spaventato, ora invece uso questo fatto come un utile strumento.
    Accettando la vita così com’è, ne guadagno in serenità. Mettendomi in azione acquisto
    coraggio e ringrazio Dio per la capacità di distinguere le situazioni nelle quali posso
    fare qualcosa e quelle in cui devo cedere. Tutto ciò che ho oggi è un dono di Dio: la
    vita, il sentirmi utile, l’essere soddisfatto e questo Programma. La serenità mi permette
    di continuare ad andare avanti. Alcolisti Anonimi è la via più facile, più morbida.